07 Novembre 2020

Un gioco da ragazze di Alessandra Lazzarin

Un gioco da ragazze è un albo illustrato per testo e immagini da Alessandra Lazzarin e edito da Orecchio Acerbo.

Alessandra Lazzarin, Un gioco da ragazze, orecchio acerbo 2020

In copertina tre ragazze sono sedute sulle classiche seggioline verdi da giardino, ci danno le spalle, i piedi ancora in movimento, sorseggiano da tazze colorate qualcosa che potremmo immaginare essere anche inesistente perché forse stanno giocando, forse al gioco del caffè delle signore, del tè del pomeriggio. Forse, perché dopo i risguardi di un bel color petrolio le tre entrano nel libro sghignazzando, chi con passo del giaguaro chi con capriole spettacolari. Forse in copertina si inizia dalla fine?
Qualcuno poi afferma che oggi si va a casa di nonna. Quanta leggerezza in queste parole. Quindi le tre, due gemelle e una cugina Carlotta, vestite di tutto punto che le si può vedere, vengono incontro al lettore in una prospettiva che le vede avanzare singolarmente, lingue esposte ad assaggiare l’aria, occhi perlustranti. All’infanzia che avanza bisogna far spazio. Perché a casa di nonna per soggetto ha il fuori, quel che offrono le stagioni, la libertà. Dalla nonna si va a chiedere un biscotto dopo che si torna da un’avventura particolarmente impegnativa, un bicchiere d’acqua dopo tanto saltare e girare, guadare e arrampicare. O da lei si è richiamati a una cert’ora quando, se per sbaglio arrivassero all’improvviso i genitori di cotanta spavalderia, potrebbe sentirsi sgridata per aver fatto giocare le bambine nell’umido del bosco nel tardo pomeriggio ottobrino o per aver permesso loro di stare troppo a lungo in piscina o per qualche altro motivo che solo ad un adulto potrebbe venire in mente essere eccessivo per le ragazze.

Andare dalla nonna significa invece sperimentare il giardino o il cortile; scendere dall’auto ed entrare in quell’invisibile che fa tanta meraviglia ai grandi, provarsi in vicende spericolate, incontrare, aprirsi all’avventura andando incontro al mondo, occhi e braccia spalancati e lingue a leccarsi i baffi. Le capriole il modo per entrarne e uscirne: necessita un oplà caprioloso, rotondo e frizzante, per entrare nell’immaginario, uno slancio delle gambe con rovesciata finale, il salto più allegro ed energetico che c’è, il mondo si capovolge, si confonde per un secondo e tutto quel sottosopra genera un frizzantino e una tale meraviglia quando rigirandosi seduti sul proprio didietro tra le foglie della foresta si scopre di avere il naso a un palmo da tre orsi, due gemelli magari e una cugina. E poi in barca a vela con la tovaglia a righe della nonna, al circo sempre grazie a quell’oplà caprino, compresse nella fitta vegetazione spaventosamente abitata della siepe/giungla, occhi stretti e respiro trattenuto; in bicicletta come su una macchina da corsa e in groppa a una balena color del catino. 

Alessandra Lazzarin, Un gioco da ragazze, orecchio acerbo 2020

Nonna significa far esercizio di equilibrio: chinarsi, accucciarsi, sollevarsi sulle mani, camminare tra le foglie, sollevare le braccia e stendere le gambe,, sdraiarsi per terra e abbandonarle sino a trovare la loro posizione quella comoda per tutti. Girarsi su un fianco, mettersi a quattro zampe e slancio della gamba, testa in giù e mani con dita aperte ben appoggiate a terra. in bilico sul catino rovesciato e cercare sui piedi il buon momento per staccare le mani e rialzarsi, abbandonarsi sulla palla gonfiabile, rilasciando braccia e gambe, rilassandosi prima di perdere l’equilibrio con un sorriso e rotolare. Testarsi è un gioco da ragazze quando in auto, rientrando a casa, si dorme un po’, profondamente. Collaudarsi stanca. 

Così mentre passano le stagioni i giochi da ragazze si susseguono: in un bosco autunnale soffice di foglie e silenzioso, caldo di rossi e giallo, odoroso di muschio e licheni come in una favola circondate da bambi graziosi, cuccioli d’orsa giocosi, volpi curiose e scoiattoli acrobati, cosa si diranno mai animali e bambine? Al mare come lupi di mare, navigati pescatori, in un giorno in cui le nuvole si aggregano, il vento si gonfia e il mare profuma l’aria tatuandosi per sempre nella memoria. Al circo in un giorno che è meglio dentro.Una corsa in bicicletta su ruote e rotelle varrà pure una mezzo’ora in un autodromo a girare come matte, in tondo, curve a gomito, rotelle che si staccano dal terreno, magari qualche sorpasso azzardato ma la vittoriosa vincitrice stringerà la mano ai compagni di gara perché fare squadra è necessario al gioca da ragazze. 

Alessandra Lazzarin, Un gioco da ragazze, orecchio acerbo 2020

La sera sorprende sempre un po’ più grandi, un po’ più pesanti di quella stanchezza che rende morbidi, delle tasche piene di pezzi di mondo, di quell’aria che fa pesante la testa, profuma i vestiti, dei colori di quel fuori che restano appiccicati alle ginocchia, di code tigrate che sventolano fuori dal finestrino. Segmenti di silenzio e sghignazzi, eh già, quello dell’immaginazione, non è un gioco da ragazzi…Alessandra Lazzarin con poche parole e un pennello racconta con grazia e puntualità di giochi, semplici ma complessi che non hanno bisogno di nulla se non di abiti comodi, una nonna, due gemelle e una cugina Bianca.

Si raccomanda ai lettori e alle lettrici di passare dalla quarta di copertina


Un gioco da ragazze
parole e acquarelli di Alessandra Lazzarin 
edito orecchio acerbo
15euro





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