03 Maggio 2021

Professione Coccodrillo di Giovanna Zoboli con le illustrazioni di MariaChiara Di Giorgio

G. Zoboli, M. Di Giorgio, Professione Coccodrillo, Topipittori 2017

Professione Coccodrillo è un albo senza parole con tanti premi al suo attivo, nato da una sceneggiatura di Giovanna Zoboli che gli acquarelli di Mariachiara Di Giorgio hanno illustrato sapientemente e con dovizia di particolari, nell’anno della sua pubblicazione, il 2017, non ha mancato un appuntamento tra i vari riconoscimenti. In libreria ancora e sempre da Topipittori.

G. Zoboli, M. Di Giorgio, Professione Coccodrillo, Topipittori 2017

Sono passati quattro anni dal giorno in cui, per alcuni per caso per altri per passaparola, un’intera comunità eterogenea ha ammesso di avere per amico un coccodrillo e non uno a caso ma proprio quello con il quale, in un libro che si sviluppa in orizzontale fosse solo per coerenza, cominciamo a trascorrere una giornata che di diverso presenta solo qualche animale in più sparso qui e là nel panorama cittadino. Ma come detto la comunità è eterogenea. Sviluppato a vignette, solo di tanto in tanto apre alla meraviglia da boato di una doppia pagine dalle prospettive inaspettate, il coccodrillo in questione appare come un signorino molto civilizzato e dalle buone abitudini, nonchè dall’ottimo gusto sartoriale. 

G. Zoboli, M. Di Giorgio, Professione Coccodrillo, Topipittori 2017

E non solo per gli abiti! Non solo per quel bottone, che intuisci essere di madreperla, a quattro fori sul polso del pigiama che non può che essere di cotone in bastoncino bianco azzurro, per l’attenzione all’elastico nella vita dei pantaloni, che noti perché il Coccodrillo, indiscusso protagonista dell’albo, appena alzato – sono le 07:00 – dopo essersi tolto la mascherina da notte, infilate le pantofole, morbide, si reca in bagno a fare pipì. Come un gentiluomo la fa seduto, la coda sulle ginocchia e…a pantalone calato ti accorgi dell’elastico. 
Ma il vero particolare da intenditore lo fa l’abbottonatura sul retro del pantalone in fresco di lana rigata. Se non ci fossero quei tre bottoni nel centro dietro a chiudere l’olivina dalla quale sporge la coda, il Coccodrillo sarebbe nudo! Impossibilitato a essere antropomorfo! Relegato a essere solo coccodrillo! Perfetta la scelta della cravatta bordeaux in abbinamento alla sciarpa a riquadri e al cappotto spigato con martingala sale e pepe.

G. Zoboli, M. Di Giorgio, Professione Coccodrillo, Topipittori 2017

La narrazione per immagini è questo, è lettura della ricchezza di particolari, analisi attenta di un intorno che nessun testo racconterà se non quello che via via può aggiungere l’occhio del lettore. E a Mariachiara Di Giorgio questo sembra venire perfettamente spontaneo.
Quindi, elegantemente abbigliato, il signor Coccodrillo si appresta a uscire di casa. Prova chiavi, facendole tintinnare nella tasca del cappotto e SBAM! porta sbattuta, la giornata inizia.
Ma chi è il signor Coccodrillo? Di lui sin dalle prime pagine si scoprono molte cose: ama dormire al buio fitto fitto – si corica infatti con una mascherina nera calata sugli occhi -, è coccodrillo elegante e ordinato, forse anche un po’ metodico – ce lo ricordano il pigiama perfetto, le pantofole, l’ordine domestico –, vive in un palazzo ben più alto di una palma, sicuramente in una città moderna, circondato da vicini che, come tutti, la mattina si alzano, si preparano, sono restii a scambiare quattro chiacchiere in ascensore e escono di buon ora in una città già frenetica.

G. Zoboli, M. Di Giorgio, Professione Coccodrillo, Topipittori 2017  

Fossimo adulti ci chiederemmo cosa ci fa un coccodrillo perfettamente abbigliato in giro per una bella città come Roma – sì! sì! Roma – piena di umani frettolosi e freddolosi, ma siccome siamo in altro occupati questo non è un qualcosa che ci riguarda.
Ci riguardano le persone, invece, tutti quegli umani dagli stili personali che, chi in bicicletta, chi in attesa del semaforo, chi in auto, passano pensierosi accanto a un coccodrillo dal muso lungo e verde in Borsalino grigio senza apparentemente mostrare il benché minimo stupore.
La giornata si presenta come le altre sin dalle prime battute, nulla di nuovo sino a che non si scende in metropolitana. Qui qualcosa succede.
È  un leopardo adolescente in felpa e berretto di lana ben calato sulla testa quello tra la folla? Lo sguardo corre oltre lo stereofonico cartellone pubblicitario, su per la scala mobile alla ricerca di altri intrusi, ma il coccodrillo è lì intento nella lettura del suo giornale e nessuno sembra scosso da presenze altre.
Nella pagina centrale il ritmo cambia. Il vagone della metropolitana visto dalla banchina della stazione riempie gli spazi, tra una vignetta e l’altra, di nero, all’interno la tipica luce delle linee sotterranee e una moltitudine di persone: alla spicciolata i personaggi si inseriscono sulla scena che si affolla. Una bambina si cinge il viso con le mani, appoggiata al vetro delle porte osserva chi attende il prossimo treno, mentre una scimmia, lì accanto, legge un libro tenendolo ripiegato tra le mani. Dietro una bimba in braccio scalcia e si dimena insofferente, più avanti un ippopotamo occupa spazio vitale ai compagni di viaggio, mentre una giraffa dal collo fasciato da una lunga sciarpa svetta tra la folla.
Il Coccodrillo non è solo. E qualche domanda sorge qui spontanea.

G. Zoboli, M. Di Giorgio, Professione Coccodrillo, Topipittori 2017

Tra cambi di prospettive, voli sulla città e scorci seguiamo il Coccodrillo, adattandoci al suo passo, nel suo percorso assolutamente non casuale. Il Coccodrillo sa dove andare. E lo fa non prima di essersi fermato ad ammirare la vetrina di un negozio di accessori per denti, di aver protestato con l’autista di un’automobile che passando lo ha investito dell’ acqua della pozzanghera, di essere stato rapito dal profumo di pollo arrosto della gastronomia a fianco della pasticceria e dell’aver acquistato un piccolo mazzo di fiori…

G. Zoboli, M. Di Giorgio, Professione Coccodrillo, Topipittori 2017

Parlare di questo libro è parlare di tutto quello che lo compone e per farlo ci vogliono indubbiamente tante, tantissime parole che si affollano sin verso le ultime pagine: svelare il finale proprio non si può, ma le parole lì lasceranno spazio alle risate, alle mani il compito di tornar da capo se gli occhi non si sono accorti che la narrazione, quella senza parole, cominciava dalla cover e che, con un cambio prospettico, scivolava nei risguardi…è così che si ricomincia a guardare.

 Professione Coccodrillo
di Giovanna Zoboli
illustrato da Mariachiara Di Giorgio
edito Topipittori
euro 20



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