13 Novembre 2021

Le ali di Berta di Sara Lundberg

Berta Hansson

Berta, fa rima con scoperta

Vincitore dello Sweden’s August Prize for Best Children’s Book of the Year, Le ali di Berta è un libro riccamente illustrato ispirato all’infanzia e alle opere dell’artista Berta Elisabet Hansson vissuta in Svezia tra il 1910 e il 1994. Una storia di coraggio e determinazione in anni dove, tra povertà, malattie e guerra, essere femmina e desiderare di diventare un’artista, seguire la propria natura e il proprio desiderio aveva dell’ impossibile. 
Scritto ed illustrato in due anni di lavoro -  iniziato con le letture di corrispondenza e diari, con l’osservare i dipinti, con le idee, gli schizzi e le tavole da fare, correggere e riaggiustare - da Sara Lundberg, pittrice prima di essere illustratrice, edito da Orecchio Acerbo e tradotto dallo svedese da Maria Valeria D’Avino con una postfazione di Alexandra Sundqvist, è un albo sulla condizione del femminile.

Disegnare è la cosa che più mi piace al mondo

Una bambina, Berta, con la capacità di leggere e interpretare il mondo attraverso il disegno, il collage, la pittura e piccoli uccellini di argilla blu. Terza di tre femmine e dopo di lei, ultimo, un fratellino. Una mamma malata di tubercolosi da sempre, la realtà della Svezia rurale degli anni ‘20 dove è il padre che decide cosa faranno le figlie ora e sempre, e per lo studio solo il tempo che serve a leggere e far di conto.
Ma Berta è diversa, è femmina e ha un sogno: diventare un’artista. Solo la mamma le riconosce le sue capacità e la lascia disegnare accanto al suo letto mentre gli altri fuori sono impegnati nei lavori quotidiani. Tra tutte le faccende in fattoria e nei campi, Berta ama solo stare con le sue mucche: Ombra, Gigliola, Chicca, Morosa; lassù al pascolo dove sola e nella quiete può continuare a disegnare, a disegnarle. Ma la tubercolosi stringe in una morsa tutti e prima la mamma e poi la sorella maggiore, Julia, la lasciano sola, a fronteggiare un papà conservatore e tradizionalista, sino alla ribellione finale.

Da grande diventerò un’artista. Come Michelangelo. Ma non lo dico a nessuno. Perché fare l’artista non è un vero lavoro. Non è una cosa che si può diventare. Specialmente se sei una ragazza. So che papà la pensa così

Eva dietro le spalle di Gesù attende il suo turno per esistere dopo Adamo. Esistere significa esserci, essere visibile, avere una voce: ma una bambina che voce poteva avere? E’ il maschio, il padre quando sei così piccola il marito poi, che decide chi esiste, chi fa che cosa ora e sempre. Così una figlia, una femmina, nasce e cresce quel tanto che basta per accudire i più piccoli, badare alla casa mentre la mamma, se è sana, è a lavorare nei campi, sapendo che presto toccherà anche a lei, non appena sarà più grande.
Berta sa che per essere sé stessa una femmina deve tenere segreti i suoi desideri, parlare poco, mostrare ancor meno di sé.
Sono questi i pensieri che scorrono nella sua testa, seduta al tavolo, con la cartolina raffigurante La creazione di Adamo del Michelangelo, che le ha regalato lo zio, tra le mani. Quello zio che sapeva far apparire dal nulla immagini meravigliose e che tanto aveva guardato dipingere, quando piccolina veniva lasciata da loro, dagli zii, perché nessuno poteva badare a lei quando la mamma passava lunghi periodi in sanatorio. Allora, presa dalla malinconia, in quella stanza profumata e calda, in compagnia dello zio a volte poteva dipingere ma tanto più spesso guardare, e assistere a quella magia. 

Moriró se resto qui

Determinazione, pazienza e dolore, sì anche dolore nel libro illustrato, in ogni sua pagina, e nella vita Berta Hansson per la perdita prematura della mamma che non ricorda se non malata e a letto, una mamma circondata dai suoi disegni, che nonostante la malattia permette la ribellione, incita la perseveranza, ama la sua arte, i suoi disegni e quei piccoli uccellini di creta blu, quegli stessi uccellini che da anziana, affermata artista, non potendo più vedere e distinguere i colori disegnava in bianco e nero, mero frutto delle immagini della sua fantasia. Berta è convinta che sia tutto quello che le sue mani fanno a tenere in vita la mamma. E dopo la mamma Julia, la sorella maggiore, che è ormai grande abbastanza era partita per Stoccolma per studiare economia domestica. Ma non è quello il destino di Berta. Un libro in mano e la zuppa di piselli bruciata apposta sul fuoco, il fumo denso, nero che pervade la stanza mentre la rabbia del papà è rossa e ugualmente densa, profonda. E poi dopo quelle parole sei un’inetta l’assenso finale, un gesto d’amore verso quella madre che aveva guidato, accudito, in una parola permesso a Berta che ora con tanto desiderio si ribella alla sua condizione.
Così Berta diventa maestra, studia arte, filosofia e poi parte per il nord della Svezia verso una scuolina di un villaggio dove resterà un decennio, ritraendo i suoi scolari, prima di vedere le sue opere in mostra, in una personale, in una galleria di Stoccolma. 

Dal punto di vista dell’arte Sara Lundberg è impeccabile: fa di sè un’illustratrice, disegna. Rafforza il colore, lo rende quasi denso quando illustra e descrive. Quando è Berta è più trasparente, sfumato, cromaticamente instabile, ombreggiato, come sangue pelle e vene, come una camicia bagnata che ti si incolla sulla pelle, si fonde. Quando è Sara non decifra l’intorno se il focus è sulla persona, il primo piano. Ciò che è secondario è forma e colore pieno. Ritaglia e incolla, fogli per piani differenti, il collage per animare, non finisce e non fa per bene quando la scena urla e carica di colore le emozioni.
Poi quando torna su Berta l’acquarello è campitura di colore, le geometrie di un viso ellisse e tondi, triangoli di solo e puro colore acquoso che marca i confini senza disegnarli, che si inspessisce sovrapposto sino a cambiare cromia, è l’acqua che disegna. Semmai come in Berta il fondo bianco della tela si fa tremulo solco tra un colore e l’altro. 

Forse è così che si possono realizzare bei libri illustrati che narrano d’arte. 


Le ali di Berta
di Sara Lundberg
traduzione Maria Valeria D’Avino
collana Albi
edto orecchio acerbo, 2021
euro 16,50 


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