18 Luglio 2021

La prima neve di Elham Asadi & Sylvie Bello

Elham Asadi & Sylvie Bello, La prima neve, Topipittori 2021

Sarebbe forse solo bastata l’antica leggenda iraniana così come l’autrice la riscrive, con il tono morbido delle parole di una nonna amata e nella dolcezza pacata del ricordo.
Oppure vederle, nonna e nipote, sulla tavola dei risguardi, vicine giocare nella neve, e gioire della bellezza di quella coppia grande e piccola nell’atto di fare quel che con la neve da sempre si fa, attivatrice di gioia irrefrenabile: un pupazzo. Basta guardarla quella nonna per capire della fretta elettrizzante che l’ha colta alla richiesta di uscire, sprofondare, leccare, appallottolare, compattare, ascoltare i propri passi: keresh, keresh. Nel giaccone di lana tricottato, una lana magari già usata, di una giacca fatta e ormai disfatta, alla quale si aggiunge un filo sottile, peloso, caldo, che confonde il disegno rasato di quel telaio meraviglioso che sono i ferri da maglia,le proprie mani. Nelle scarpe basse, dove la neve entra dispettosa. Nella gonna in tessuto grosso a spina di pesce magari un po’ consunta ma calda, per le giornate fredde in casa. Il suo disegno ancora sconvolto dall’ultimo gesto, dall’ultimo passo, da un piccolo movimento, l’illustratrice una textile designer.  Il cappello e i guanti quelli sempre sull’attaccapanni all’ingresso. La neve tra le mani pronta all’uso. Lo sguardo di entrambe, nell’inverno, come rivolto alla primavera un po’ più in là, al ricordo del prato nella bella stagione, tra coperte e cesti da pic nic su quello stesso prato.

Potevano forse anche bastare il bianco morbido e il nero gravato, puntinato, a trattini, confuso come nelle impronte. Quel lavorio alle loro spalle che prepara il gioco, quel paesaggio che riporta indietro nel tempo, a una pittura attenta agli uomini, alle faccende, ai giochi, agli scherzi, all’abito, all’intorno. Basta sicuramente questa tavola per capire di avere tra le mani qualcosa di prezioso, curato ed estremamente narrativo.
Sarebbe però un peccato non addentrarsi nel libro, dentro La prima neve di Elham Asadi & Sylvie Bello edito da Topipittori, primizia dell’anno. In questo albo dalla grandi dimensioni non a caso, non andare oltre, non godere soprattutto del colore, degli accostamenti, delle piccole sovrapposizioni, di quel prima e quel dopo, del davanti e del dietro, dei tempi diversi che la stampa a monotipo offre per una lettura dell’immagine a perdita d’occhio.

Elham Asadi & Sylvie Bello, La prima neve, Topipittori 2021

Mentre in un carattere secco, senza grazie, asciutto, pagina dopo pagina si dispiega una dolcissima leggenda nata nell’antica Persia che vuole una donna di nome Naneh Sarma vivere sopra le nubi. È l’inverno, lei, con il suo manto di lunghissimi capelli, con quella polvere fine e bianca in fiocchi che cade dai mobili e arriva disotto, sin sulla terra. Mobili che spolvera e lucida, riordina e rassetta nella speranza di quell’incontro così atteso, sospirato, con quell’uomo, l’affascinante Norooz di cui tutti le parlano, colui che porta con sé l’aria e il tepore di primavera, che scioglie i ghiacci dei laghi, permette all’acqua dei fiumi di scorrere, ai fiori di sbocciare. Adorno di una sciarpa e di un bastone così, per vezzo, dove passa porta gioia. Bello e forte come il più rigoglioso degli alberi.
Naneh Sarma tra la polvere-neve, la grandine dei vaghi della sua collana e l’acqua delle sue piante, cercava di immaginare come poteva essere quest’uomo, e mentre preparava la sua casa per il loro incontro già se ne innamorava. Era previsto per il 21 di Marzo, lui tornava sempre per quella data. Quando il tepore la raggiunse, quando quella strana frenesia pervase la sua casa e l’intorno Naneh Sarma capì che era ora di prepararsi, l’annuncio del suo arrivo in tutto quel movimento. Così indossò il suo abito più bello, raccolse i suoi lunghissimi capelli e si sedette ad attenderlo. Il sonno però la colse seduta su un gradino che portava al giardino. Era un sonno profondo e nel sonno sognò Norooz che attraversava il giardino per baciarla sulla guancia e lasciarle una rosa tra le mani. Al risveglio le foglie nel giardino erano già cadute e Norooz ripartito da tempo e sebbene nella tristezza del momento a Naneh Salma non restava che disporsi all’attesa di un altro possibile incontro. Tra un anno sì, sarebbe stato l’anno giusto. E la storia ricomincia sul rincorrersi delle stagioni.

Elham Asadi & Sylvie Bello, La prima neve, Topipittori 2021

Oltre ai colori, ai personaggi, alla ricchezza del paesaggio, alle sovrapposizioni, a ciò che è sogno e leggenda e a ciò che è reale e quotidiano, si scorge tra le pagine una ricerca approfondita che altalena tra l’arte, soprattutto fiamminga, e una tendenza odierna nei particolari di qualche accessorio, di quella natura che invade e pervade, che fuoriesce esile dalle tasche, che decora teste, le adorna con improbabili copricapi, con corone preziose di intrecci di foglie e rami, il viso con applicazione di foglie come piume. Nella varietà di cappelli, da un panno che avvolge il capo e incornicia il viso alle cuffie candide, ai berretti con ciuffi di colori in cima, avanti e indietro sempre tra passato e presente.

Elham Asadi & Sylvie Bello, La prima neve, Topipittori 2021

Sono illustrazioni che sembrano ricami dai punti finissimi. Carte da parati preziose. Qualcosa sicuramente da esibire.
Un albo veramente pensato e realizzato a regola d’arte. 

C'è una prima volta per tutto.
Non tutte le prime volte si ricordano.
Io ne ricordo una in particolare: la mia prima neve.

 

La prima neve
di Elham Asadi con le illustrazioni di Sylvie Bello
edito Topipittori
€ 28

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