04 Ottobre 2021

La Natura di Emma AdBåge

Emma AdBåge, La Natura, Camelozampa, 2021


Tra le novità della primavera di Camelozampa ritroviamo nelle vesti di autrice e illustratrice Emma AdBåge che bissa il successo di La buca con un nuovo albo, La Natura, quella con la N maiuscola.

La Natura, quella così grande che immaginarsela tutta è impossibile, implacabile quando ci si mette, che ad ogni stagione si manifesta in modo diverso, che regala frutti, fiori e verde in quantità e varietà, che ripara, protegge, ingentilisce, dona vita, ossigeno, frescura, belle giornate, stupore e offre la possibilità dei più disparati divertimenti necessita sicuramente di articolo e maiuscola. Ma se la leggi così sei già grande, se già passato oltre i sette anni, in un’età decisamente scomoda. La Natura è, per un periodo di tempo, una parola sola che descrive qualcosa di estremamente particolare e per i grandi difficile da gestire. È quel qualcosa, un’entità con la quale si vede crescendo, l’adulto lottare, non essere mai contento, gettare la spugna e optare, infine vincitore ma vinto, per una spianata di cemento. Quindi un qualcosa decisamente difficile da comprendere se non in un tutt’uno granitico che comprende maiuscole. 


Ed è proprio da una persona di sette anni che pensi ti venga raccontata questa storia quando inizi a leggerla.
È come un tema ingenuo e acuto. La richiesta potrebbe essere quella di descrivere la tua vita nel luogo in cui abiti e come questa cambi nel susseguirsi delle stagioni e nell’incontro con La Natura di cui tanto si parla: i giornali come la televisione e la maestra a scuola e con la quale gli adulti devono vedersela tutti i giorni. La traduzione di Samanta K. Milton Knowles poi lo rende perfettamente tanto che quella o quel settenne ti sembra proprio di sentirli e allora non ti resta che sederti e ascoltarli. 
E il racconto è esilarante, da una parte e dall’altra talmente vero da sentire impellente la necessità di guardarsi la punta delle scarpe, abbassando un po’ la testa, socchiudendo un po’ gli occhi, dondolandosi sui talloni. 

Questo è un paesino in cui vivono persone di tutti i tipi.
Ovviamente ci siamo noi bambini, e adulti di età diverse.
Poi abbiamo anche degli animali domestici. Cani e roba del genere.
Fuori dal nostro paesino ci sono altre cose, chiamate la Natura. 
Ma più che altro è fatta di boschi, un lago, un po’ di cespugli e un mare.


La storia è essenzialmente quella dell’umanità e del mondo che ha colonizzato: tutti felici di stare in mezzo a La Natura e goderne ma quando poi si tratta di dialogarci La Natura sta lì, a fare il suo lavoro, sempre uguale a sé stessa, senza mai scendere a patti, ripete, ritorna, persevera: cresce, cinguetta, fruscia, schizza. È qui che l’umanità si innervosisce: quando cresce troppo e bisogna che lui, l’umano, si abbassi, poti, seghi, tagli, pianti, riordini, metta a dimora, sostenga. Come quando le foglie da verdi diventano rosse, spiega la vocina del settenne riflettente, e tutti sono contenti: guardano e ammirano. Ma poi le foglie diventano marroni cadono e sono migliaia e tutti devono aiutare a spazzare, raccogliere e poi rispazzare e riraccogliere perché le foglie cadono a migliaia, allora l’umano si spazientisce elimina il problema e abbatte, a colpi di sega elettrica, l’albero. Quel grande tiglio che stava lì, all’ingresso del paesino, da sempre.
Così La Natura, seguita il racconto del bambino, è fastidiosa quando è troppa e delude quando è poca: poca neve non permette di scivolare ma troppa sommerge tutto e bisogna spalarla e rispalarla ma l’umano ha, per il suo agio, soluzioni per tutto. È indispettito da questa Natura scellerata e elimina neve e ghiaccio con ruspe e camion, poco importa se si trascinano via anche il barbecue e ancor meno se aumenterà il volume dell’acqua del lago se inquinerà. E così è in primavera quando si travasano i tageti, si semina il prato e sì, si deve anche arginare un po’ il lago, chissà com’è, ma c’è un rimedio per tutto; e poi strappare erbacce, zappare e tagliare, idilliaco sino ai primi sintomi di mal di schiena...decisamente meglio una spianata di asfalto! Mai un pensiero al futuro, alle stagioni che si susseguono, al caldo che aumenta...


Pare così, che nello spazio di un albo illustrato, con figure al vivo in ogni pagina, un testo non breve e preciso, una voce bambina che narra i fatti così come sono: semplici constatazioni, ci sia la storia del rapporto millenario tra uomo e natura, della sete di dominio del primo e della forza senza timori della seconda, del concetto di comfort, di pazienza, di condivisione, di possibilità. In poche parole le notizie che riempiono i giornali: incendi indomabili, bombe d’acqua, piogge allaganti, grandine altro rispetto ai chicchi di una volta! vento e freddo improvviso...

C’è molta forza nelle figure senza ossa di Emma Adbåge. Donne e uomini alti, imponenti, come allungati e allungabili sulla scena: per un tuffo in piscina, una corsa sulla spiaggia, per spingere lo slittino o alzare sino a quella foglia in alto il proprio bambino, sproporzionati e forti, attivi. In qualche modo primitivi. Ingombranti, quasi arroganti. Braccia lunghe e mani grandi. Davanti, in primo piano o a definirne altri nella stessa pagina. 
L’infanzia trotterella, segue così come dal vero. È dentro la pagina e fa. È attiva in un fare che è un po’ un imitare, piccola e sproporzionata rispetto all'umanità adulta. Il cielo si fa terra nello stesso spazio, il,beige sfuma all’azzurro e viceversa.
C’è qualcosa di magmatico, fortemente attivo, in costante movimento in quelle figure bidimensionali sinuose e sproporzionate, mai belle e come in natura affascinanti.


La Natura
testo e illustrazioni di Emma AdBåge
traduzione di Samanta K. Milton Knowles
collana Le Piume
edito Camelozampa, 2021
15€

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