11 Luglio 2021

La bambina & l'armatura Raffaella Pajalich con le illustrazioni di Alicia Baladan

Raffaella Pajalich, Alicia Baladan, La bambina & l'armatura, Topipittori 2021

Non passa certo inosservato La bambina e l’armatura di Raffaella Pajalich, medico endocrinologo e psicoterapeuta al suo primo albo, con le illustrazioni di Alicia Baladan edito da Topipittori. E non solo per quel rosso scintillante di quell’armatura così insolita, quell’alzare di braccia e sventolare d’elmo sorridente. C’è tutto quel giallo sul quale il rosso diventa un segno, un bastoncino che tiene l’occhio spostato su quell’infanzia a cavalcioni di un verde drago, codini al vento e frangette all’indietro, righe e pois pronti a ricordare uno stato: quello in cui tutto è possibile come indossare un’armatura rosso splendente e cavalcare un drago tutto a curve su un verde e un giallo che ricordano qualcosa che ha a che fare con la maionese e un pesce finto. Come di qualcosa dal gusto noto e leccornioso che felici si assapora già, di ritorno, smontando, piedi a terra. 

Nell’accezione del termine armatura è un qualcosa messo lì a proteggere e dare struttura a qualcos’altro che si trova in una situazione di maggior debolezza anche se solo momentanea.
L’armatura caratterizza il tessuto, lo rinforza in punti particolari come il collo, i polsi, il bavero e il petto, nelle parti più vulnerabili insomma di chi lo indossa sotto forma di vestito, sia esso femmina o maschio. È il sostegno dell’argilla o del gesso prima di divenire statua.  A volte protegge l’anima di un qualcosa di fragile prima di ricevere una colata fusa d’oro o di piombo che sia. Anticamente proteggeva il corpo di chi andava in guerra. Così ci si può fare l’idea che sia un vestito dove abitare, che ripara dai colpi un po’ come una solida casa dalle intemperie. Ci sono armature di color argento e di color nero e poi ci sono quelle di colore rosso che proteggono ma rendono anche visibili, che fanno sapere al mondo che ci sei, che lì dentro c’è qualcuno e quel qualcuno sei tu, e non a caso soprattutto se si tratta di una bambina in quell’età in cui basta un tocco di rosso per sentirsi invincibili vestiti così di energia vitale, di giovinezza di quel colore che si impone alla vista soprattutto se misuri un metro scarso di altezza. 

Raffaella Pajalich, Alicia Baladan, La bambina & l'armatura, Topipittori 2021

Ma non è solo il rosso, è quello stare felici e immobili (immobili poi!)  in un libro, alla luce della lampada da lettura in un pomeriggio in cui fuori si gioca un giorno che parla di qui e ora invece dentro draghi, cavalieri, gesta eroiche. Quanto poteva il cavaliere che indossava la sua armatura! Qualcosa di fatto su misura come un vestito da ballo, qualcosa di perfetto per contenere il corpo con le sue imperfezioni, nel suo divenire, diventare la sua casa, proteggerlo e renderlo invincibile, possente, bello. E perché non anche a una bambina? Detto fatto, da quella poltrona in velluto verde si parte alla volta del negozio di armature: cappottino rosso a riquadri, gonnella verde drago, borsetta a tracolla.


Mi serve un’armatura, disse. Deve essere bella, lucida e senza alcun difetto


E non importa se quel vecchio barbogia, impettito nel suo cardigan di alpaca beige, insiste che sono per guerrieri che ne sa lui dei rischi indicibili e delle traversie innumerevoli che una persona di un metro scarso di altezza deve affrontare, che ne sa lui di femmine poi! E detto fatto l’incontro con quel rosso di quell’armatura allegra con un grande sorriso che le attraversava l’elmo. 

Raffaella Pajalich, Alicia Baladan, La bambina & l'armatura, Topipittori 2021

Un’armatura non si infila, un’armatura si indossa, si mette, pezzo dopo pezzo, si mette e si porta, poiché, diceva Daniel Pennac in Storia di un corpo, c’è anche il peso. È il peso che protegge nei panni dell’inverno così come nel ferro dell’armatura. È il sarto che con punta-chiodi e metro pieghevole in legno la adatta al corpo e al viso così, come si deve fare.
E mentre leggendo il lettore si domanda in che epoca è, se nell’oggi o se molti anni prima, quando tutto doveva ancora accadere ed era già successo,
Alicia Baladan ci porta in un gioco di travestimenti possibili, dove la pagina bianca si trasforma in possibile negozio di questi tempi, dove ognuno prende quel che vuole essere e lo infila o lo mette e comunque lo porta, giocando con oggetti e animali di un immaginario famigliare con gatti alleati e porcospinidraghi dentro. E i confini del reale possibile si riallineano. 

Così tra scorribande nel bosco della vita a scacciar fantasmi e vincere paure, cavalcando invincibili draghi color verde drago con una punta di giallo e raggiungere vette impraticate, si passa da un qui ad un là che trasforma, alza di qualche centimetro, irrobustisce, rende meno scintillante l’armatura ormai un po’ ammaccata, manda in pensione un drago di scaglie e fuoco a favore di uno più moderno a pedali veloce e scattante e nell’elmo col sorriso forse ora possono anche crescere sereni e rigogliosi dei succosi pomodori. È il gioco di crescere

Poi succede che un giorno, in un museo, il luogo di tutte le armature, giri l’angolo e ti imbatti nel ritratto di una femmina riccamente vestita, luminosa in quel prezioso tessuto rosso, ambito proprio per il suo colore, che le fa da veste e in quel lucido, quasi da armatura: un corsetto rosso sopra una cotta color del rame, l’elmo le incornicia il viso, la visiera alzata non si apre in un sorriso, come ci si aspetterebbe, ma nello sberleffo più lungo e vibrante della storia. Impossibile non tornare col pensiero alle illustrazioni di Alicia Baladan, impossibile non pensare alla bambina con l’armatura rossa. 

Lavinia Fontana, Cleopatra, 1595


La bambina e l'armatura
di Raffaella Pajalich con le illustrazioni di Alicia Baladan
collana Albi
edito Topipittori, 2021
€ 20


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