30 Marzo 2022

Kitsch! di Daniela Iride Murgia con le illustrazioni di Daniel Torrent

Daniela Iride Murgia, Daniel Torrent, Kitsch!, Edizioni corsare, 2022

L’inafferrabile leggerezza del Kitsch! Così si potrebbe dire di un qualcosa tanto difficile da definire, da comprendere e sul quale farsi un’opinione. Per taluni così difficile anche da vedere.
Cos’è se non si capisce, se non si sa dire, se non si lecca su un cono, se non lo si desidera per Natale?
Letteralmente kitsch si riferisce alla produzione di oggetti artistici inutili, banali e di dubbio gusto. Kitsch è uno scarto che si vuole rendere bello, è un intruglio, un groviglio di cose che mai starebbero insieme e che invece in un qualche pensiero artistico hanno trovato forma. Abbondanti, sovrabbondanti, ridondanti, barocche, eccessive esattamente come alcune cose che non si spiegano, come certi concetti, come tante parole, atteggiamenti e modi che l’infanzia non sa leggere ma nei quali quotidianamente si imbatte. 
Kitsch è un’esplosione, un mazzo di fiori variopinti, spumeggianti, disobbedienti, grandi e forse anche di più che non stanno tra le mani e neppure tra le braccia figuriamoci in un vaso, è colore puro. E Daniel Torrent non lesina e presenta subito un kitsch shocking, dai rossi, gialli e verde menta pop-up, sin dalla copertina mette ben in chiaro le cose con i lettori: in questo albo c’è tutta la potenza e la curiosità dell’infanzia e di una parola a ben vedere anche buffa ma estremamente difficile anche solo da dire.

Daniela Iride Murgia, Daniel Torrent, Kitsch!, Edizioni corsare, 2022

 Ecco allora che kitsch è una scusa, una parola perfetta per cominciare a darsi delle spiegazioni, per leggere meglio l’intorno per afferrare l’inafferrabile per cercare di capire laddove tutto è troppo grande, colorato, variopinto, scoppiettante. 
All’altezza dell’infanzia kitsch è tutto ciò che ha bisogno di tempo per essere pensato, per essere compreso veramente. Tutto ciò che ha bisogno di un pensiero, anche complesso, ma il più possibile autonomo per trovare proprio quelle spiegazioni che maggiormente si confanno al nostro essere. Così pensa Daniela Iride Murgia nella veste di autrice.

E Torrent risponde. Kitsch ha il baricentro basso, un buffo cerchietto con antenne lunghe e tese perché nulla si indossa mai a caso, una maglietta a righe dagli insoliti colori e un pantaloncino nero con banda gialla laterale. Ha ginocchia e gote rosso fiamma punteggiate da lentiggini e è ancora avvolta dalla morbidezza dell’infanzia. Ha capelli mori e corti. Kitsch è perfettamente trasversale, riguarda adulti in divenire, femminile e maschile. È un interrogativo in riflessione costante: sui pantaloni bianchi dalle zampe larghe della vicina del sesto piano

che lancia giù certi sorrisi dalla rampa delle scale

è la Gioconda a cui si è paralizzato un sorriso, è la colonna di auto nere dai finestrini oscurati che mette un po’ di inquietudine, è il negozio con la vetrina che sembra un televisore 

Lì dentro c’è di tutto: un gatto di ceramica che saluta con la zampa, una lattiera a forma di mucca, una zebra con le piume, una colonna greca, microscopiche tazzine a pois, una cravatta larga con dei cavolfiori ricamati, un fenicottero con pantofole di coccodrillo.

Daniela Iride Murgia, Daniel Torrent, Kitsch!, Edizioni corsare, 2022

Ma è kitsch anche il tramonto quando il sole si fa rosso e copre l’azzurro del cielo e le cose di sotto come fosse una coperta e inumidisce un po’ gli occhi da tanto è kitsch e ci vorrebbero tanti kitsch in fila per descriverlo e sentire dentro quel che fa. 
Kitsch è il tramonto quando non sai il significato della parola e di tutto quello che vi sta dentro, è quel rosso che copre l’azzurro che c’era fino a un attimo prima, è quella coperta che chissà perché sembra allungare le cose e stiracchiare le ombre. Kitsch è quando ti sentì come tirare dentro qualcosa perché sei lì e tutto quello che è lì con te è così grande che ti senti piccolo e solo kitsch sa perchè.
Kitsch è una bambina che nonostante i suoi adulti ha quello spazio di autonomia dentro il quale, libera, può fermarsi a osservare e domandarsi il perché di quel che le sta intorno e decidere da sola cosa è kitsch e soprattutto perché. E’ il pensiero autonomo, il senso critico in costruzione.

Kitsch è dunque l’esuberanza di un pensiero che alla fine trova la via ed esplode colorato.
Come quella cosa che ancora ti tira dentro e che non sai bene come dire e ci vorrebbero tanti kitsch in fila per dirla tutta e arrossire tanto e allora forse kitsch è proprio quel mazzo di fiori così grande che senza parole ma con esuberanza bambina vuole dire amore.

Daniela Iride Murgia, Daniel Torrent, Kitsch!, Edizioni corsare, 2022

A Gillo Dorfles allora, si! al suo mettere in fila il kitsch del mondo e a cui alcuni di noi debbono un pezzo del loro sentire e del loro pensiero.

Kitsch!
di Daniela Iride Murgia
con le illustrazioni di Daniel Torrent
Edizione corsare, 2022
€18

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