06 Febbraio 2021

Il signor Orizzontale e la signora Verticale di Noémie Révah con le illustrazioni di Olimpia Zagnoli

Noémie Révah, Olimpia Zagnoli, Il signor Orizzontale e la signora Verticale, Terre diMezzo, 2014

Il signor Orizzontale e la signora Verticale, scritto da Noémie Révah e illustrato da Olimpia Zagnoli, è un albo del 2014, non nuovo ma sempre nel catalogo di Terre di Mezzo, suo editore per l’Italia. 

Noémie Révah, Olimpia Zagnoli, Il signor Orizzontale e la signora Verticale, Terre diMezzo, 2014

Da una foto in bianco e nero del poeta e fotografo René Maltête, degli anni 50’ del secolo scorso, intitolata Rayures, Righe, prende spunto questa storia scoppiettante di righe e di colore che ha per protagonista un signore: pantalone nero impeccabile, di quel nero pieno senza marezzature e dubbi, indossa scarpe dorate come i suoi occhiali tondi, porta un paio di baffi alla gunslinger, da pistolero, e sfoggia senza piega una liscia calvizie. Ma è la sua maglietta che svela chi è questo signore Orizzontale.

Tutt’altro che un pistolero come vorrebbero far credere i suoi baffi, tutt’altro che bianco e nero, il signor Orizzontale indossa con una certa eleganza una maglietta a righe orizzontali appunto bianco e nero/nero e bianco, che lo rendono fluido, espansivo, curioso del di qui e del di là, dell’avanti e dell’indietro, pur di seguire quello slancio che un orizzontale dà senz’ombra di dubbio. L’invito di una riga che non ha margini a seguire un ritmo così netto, preciso e secco è quello di andare, sempre, scivolare sui pattini, lasciando dietro di sé righe perturbate da un andamento mosso, filare sull’acqua per vedere isole che spuntano all’orizzonte e ancora camminare e camminare seguendo la riga sinuosa delle dune del deserto. Stiracchiarsi, allungarsi, distendere le braccia muoverle come per volare o come per volere scompigliare quelle righe, e poi richiuderle, davanti a sé proprio come una O, come a voler abbracciare.

Noémie Révah, Olimpia Zagnoli, Il signor Orizzontale e la signora Verticale, Terre diMezzo, 2014

Anche se esuberante in quel bianco e nero in contrasto aperto col rosso, il blu o il giallo e il bianco della pagina, il Signor Orizzontale non è solo o comunque non lo resterà a lungo. Come ogni qualcosa di orizzontale anche le righe della sua maglietta chiamano il loro opposto, un verticale. I poli opposti si sa, si attraggono. È così che si viene a parlare di una signora: indossa un abito dalla linea ad A ,è a righe verticali il corpino a manica lunga e di un nero fiero e senza dubbio la sua gonna, ampia e a trapezio. Sfoggia un perfetto caschetto nero, scarpe rosso come la bocca ben disegnata.

La signora è Verticale, così il suo nome e le righe del suo corpetto che la portano ad alzare le braccia, allungandole sopra di sé. È là che vorrebbe andare, sempre più sù, in alto, lanciarsi in aria e lì piroettando spingersi ancora più sù. Ama scale ed ascensori, e quando le sue righe la tirano giù si lancia a capofitto dalla scogliera con l'elastico. Adora i razzi, le mongolfiere e tutto ciò che la può portare ancora più in alto nel cielo e là lasciarsi galleggiare senza peso. In mancanza di razzi arrampicarsi su un albero e dondolare sui rami chiacchierando con gli animali che incontra può essere una valida alternativa. Braccia tese e sempre aperte come una grande V che si staglia nel cielo. Come a cercare ed accogliere un abbraccio.

Dopo tanto salire e scendere, andare di qua ma anche di là, il loro incontro, quello tra il signor Orizzontale e la signora Verticale, lascia una domanda aperta, svelata solo in fondo (al libro): cosa indosserà per preferenza il loro bambino? La risposta in quella vecchia foto, e in quello che lo sguardo attento e ironico di Maltête ha sorpreso in una giovane coppia e nel loro bambino.

E siccome il bianco e nero chiamerebbero il racconto di un’altra storia i risguardi raccolgono in riga i colori piatti, a tinta piena, delle pagine interne restituendo una riga a tre colori su fondo bianco, verticale/orizzontale che sottende al suo spirito e a quello di tutto il libro: anche se in bianco e nero, verticale o orizzontale, a tanti colori anche senza il bianco a far da fondo e riportare ordine, la riga è un racconto di gioia, di dinamicità, della bellezza dello stare al mondo, della voglia di conoscerlo e di conoscere gli altri. Le righe incontrano e riconoscono, non solo l’infanzia, ma tutto quel popolo che è a righe dentro e ha bisogno di dirlo fuori. Ma attenzione...

Noémie Révah, Olimpia Zagnoli, Il signor Orizzontale e la signora Verticale, Terre diMezzo, 2014


La rigatura non solo fa vedere e contemporaneamente nasconde, ma è anche la figura e insieme lo sfondo, il finito e l’infinito, la parte e il tutto. Per questo, ogni superficie rigata appare spesso incontrollabile, quasi inafferrabile. Dove comincia? Dove finisce? Dove sono situati in essa i vuoti e i pieni, le aperture e le chiusure, le zone dense e quelle desaturate, Qual’è lo sfondo e quale il primo piano? Il davanti e il dietro? [...] La riga pura non ferma più lo sguardo. E’ troppo effervescente per farlo. Illumina e oscura la vista, turba la mente, confonde i sensi. Troppe righe alla fine fanno impazzire.

Michel Pastoureau, La stoffa del diavolo. Una storia delle righe e dei tessuti rigati, Il melangolo, 1993

Il signor Orizzontale e la signora Verticale
di Noémie Révah illustrato da Olimpia Zagnoli
edito Terre di Mezzo, Milano 2014
€15

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