22 Ottobre 2020

Gli zoccoli delle castagne di Barbara Ferraro con le illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini

Racconti di strada è il nome che Read Red Road editore dedica a questa collana che inaugura con un racconto illustrato e inusuale di Barbara Ferraro e gli acquarelli di Sonia Maria Luce Possentini.

Barbara Ferraro, Sonia Maria Luce Possentini, Gli zoccoli delle castagne, Read Red Road 2020

E’ il ricordo di una vita così diversa rispetto all’odierna, di una nonna che è stata donna ma bambina per poco tempo. Ha il dolce sapore dei racconti in cucina quando vicino al camino, in una giornata autunnale, i bambini attendono pazienti che le castagne si abbrustoliscano sul fuoco e nel mentre, che ne esploda magari una. E’ uno scoppio profumato quello della castagna, forse perchè inaspettato spaventa un po’, ma solo lì per lì perchè poi mette allegria. Aspettano che il taglio trasversale fatto dai grandi sulla pancia tonda della castagna, lucida e marrone, si arricci al fuoco, come fa solo la crosta del pane. Quando l’aria è calda ma anche resca se ti allontani dalla fiamma, la cucina profuma, la voce si fa morbida e qualcuno forse, si addormenta placido nell’attesa. Le castagne sono il bottino della mattina, di quel camminare ancora assonnati lungo la via che ad un tratto si restringe sino a diventare sentiero di sassi ed erba e poi solo di terra per sparire ad un tratto cancellato dalla torba del sottobosco. E’ qui che qualcuno parte correndo per arrivare primo a raccogliere la sua prima castagna, la prima di tutta la giornata. 

Certo, per alcuni bambini e bambine le castagne sono proprio questo: una giornata all’aria aperta, magari nella casa un po’ vecchiotta dei nonni posta a mezza costa sulla montagna. Ma non per Lina, lei anche se piccina ancora, deve badare alle sorelle, con le quali condivide il letto la notte, e ai fratelli più piccoli e già Pietro, l’ultimo arrivato, lo solleva esperta e come una donna fatta se lo pone sul fianco. A tutti loro deve pettinare spesso e tagliare di tanto in tanto i capelli, badare che le ferite sulle ginocchia siano sempre pulite, che non mangino il cibo degli animali nel cortile e non ne attentino la vita, preziosa per tutta la famiglia. Lina ancora bambina già lavora. Niente scuola per lei ma pur sempre a casa in uno spazio noto che permetteva anche di staccarsi ogni tanto e di tornare nell’aia, insieme alle altre donne, ai bambini e alle bambine, alla mamma. Sino a quel decimo giorno di Ottobre.

Era il decimo giorno di Ottobre, ma quando Lina si svegliò quella mattina non lo sapeva. Aveva uno strano modo di trascorrere i giorni e le stagioni. Si accorgeva solo del caldo e del freddo; il tempo era scandito dal grano, dalle patate, dall’uva, dalle olive, dalle castagne. E quello era il tempo delle castagne.

E Lina ora doveva lasciare la sua casa in una mattina fredda e gelata di brina, non per sempre, ma  per qualche tempo, seguire la piccola carovana, quella comunità di braccianti formata dal papà, dallo zio e da donne, ragazze e uomini, e da lei, la più piccola, per il tempo che sarebbe occorso a raccogliere i ricci di centinaia di alberi carichi di migliaia di frutti. Un mese.


Gli zoccoli delle castagne è il racconto di una bambina nata donna, uno spaccato di vita, della vita di un tempo, contadina. Di una comunità dove tutti venivano al mondo con un ruolo preciso. All’interno della povera economia famigliare, servivano tutte le braccia, le mani e le schiene. Maschio o femmina che tu fossi. Dove spesso bambine, ragazze e donne valevano meno del mulo agli occhi di chi le sotto pagava per un lavoro faticoso, i cui utensili erano le proprie mani, la forza della propria schiena e la propria resilienza. E’ il racconto di come si diventava grandi in un’ epoca altra, in un mondo lontano dove è la resistenza all’acqua gelida della fonte che determina se sei piccola o grande, dove è la forza con la quale stringi i nodi dei lacci del grembiule che ti salva dal dover ricominciare da capo e da sola anche se piccola, con i geloni, le gambe graffiate, la schiena dolente sotto lo scialle fradicio di pioggia.


Ma Lina mentre aiuta il fratellino a nascondere il primo dentino, mentre batte forte le mani al correre delle trottole sul selciato, mentre avanza quasi danzando in mezzo alla folla con un cestino di castagne in mano, soldo del baratto per un cavallino di cacio, mentre si guarda le scarpe nuove che coprono il piede e lo proteggono, sembra dirci che tutto passa, un mese nella vita non è la vita stessa, che l’affetto e la cura silente della mamma e della nonna che la riaccolgono a casa con un tino di acqua calda, nel camino un fuoco allegro e alto, il sapone buono e profumato di lavanda e camomilla, la salvietta bella. Delicatamente strofinano, sciacquano, pettinano accarezzando e intrecciano a ornare la testa con una corona di capelli, lucidi, caldi di fuoco e acqua profumata che neppure una regina.


Che oggi è il giorno della festa del paese del matrimonio di Tonino e Giulietta. Che un matrimonio è una cosa seria ma anche avere un paio di scarpe nuove lo era, eccome! Che la vita continua anche se quel mese vale un anno sul viso e nelle mani.  Sonia Maria Luce Possentini nell'illustrare segue quel tempo freddo che getta una luce bianca ovunque; quel grigio povero che assume la pietra nelle giornate umide dell'autunno inoltrato; quelle lenzuola ormai tra il grigio e il marrone della terra in polvere, tirate per creare angoli di apparente riservatezza. Lo stesso colore delle camicie lunghe delle bambine, di un bianco colorato tra il grigio e il beige, fatte per l'estate, che ci vedi attraverso i corpi nudi, rosa, trasparenti come l'acquarello che le ridisegna. I cupi di quei caratteri taciturni, solitari di chi lo stare al mondo se lo guadagna quotidianamente e da che sta in piedi. Quei verdi che indicano fissità, di quella vita che si ripete di anno in anno, di stagione in stagione, mai perturbata da un cambiamento effettivo. 


Gli zoccoli delle castane
racconto di Barbara Ferraro
illustrato da Sonia Maria Luce Possentini
Read Red Road editore
Roma, 2020
14euro

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