28 Marzo 2022

Baruffe e facce buffe. Un libro per chi non vuole andare a dormire di William Cole con le illustrazioni di Tomi Ungerer e la traduzione poetica di Alessandro Riccioni

William Cole, Tomi Ungerer, Baruffe e facce buffe. Un libro per chi non vuole andare a dormire, Lupoguido 2022

Ci sono bambine e bambini che per loro natura non dormono, o non dormirebbero, mai.
Così come è certo che esistono adulti a cui non la si fa!
Nel loro pensare non c’è infanzia che tenga, non esistono né maschi né femmine dalla creatività vivace, dal piglio pungente, dalla caparbia determinazione, che possa far vacillare la loro solida adultità. E se ci sono, ammesso e non concesso, non sono di questo pianeta. E tanto meno sono figlie o figli propri.
Ispira dunque gran tenerezza quel papà che forte della sua sagace adultità, che lo pone indubbiamente e anche di fatto almeno nei suoi pensieri e ferme certezze e senza indugio in vantaggio sull’infanzia, si fa creativo e determinato, il meglio degli adulti del globo terracqueo e non si spiega come gli altri adulti della sua specie possano non aver pensato prima, cosa che lo pone in lista anche per il nobel, a un trucco così ingegnoso, a una pariglia così ben orchestrata: se l’infante ti sfinisce, sfinisci l’infante. Gioca la sua stessa carta e dormirai sonni tranquilli. Nei pensieri di chi non dorme da notti e notti ripetendo favole e racconti, leggendo, tenendo la mano, scacciando mostri per poi richiamarli come alleati allo scoccare della mezzanotte quando il fantasma di quel-che-ho-da-fare-domani appare come un vivido incubo, può a un tratto passare di tutto, è in quel momento che senza più ritegno la frustrazione genitoriale gioca la sua carta vincente e torna bambina. 
E forte di quell’a-me-non-la-si-fa di chi ha messo molto tempo a crescere e si vede ripiombare più piccolo dell’infante astante decide che quella sera…si gioca! 
Sofia, l’infante astante, non ha scampo deve giocare nello stesso identico modo in cui lei generalmente intrattiene papà fino a tarda notte.
Ma ancora non sa che avrà solo mezzo secondo per cambiare espressione nel gioco delle facce buffe che si farà via via sempre più veloce e compulsivo e che a giocare sarà solo lei.

Focus su Sofia. Tomi Ungerer illustra, su un testo non suo, una Sofia bambina per bene ma non così per bene: calzette a righe, capelli mori tagliati a caschetto in antitesi con le solite creaturine bionde e benevoli/malevoli che imperversano nella letteratura per l’infanzia facendo tutto quello che vogliono. L’abitino azzurro dal colletto tondo e bianco come i piccoli polsini che ornano le maniche corte a palloncino e il nastro rosso che trattiene in un fiocco i capelli sono lì a significare che qualcuno si è occupato di lei prima di cena ché a tavola si va ordinati, mentre il piccolo amico orso pare aver avuto una giornata decisamente stropicciata ma anche per lui ora sono le 19 e 30 e forse gli sarà concessa una piccola tregua.
L’intorno è minimo ma tutto è preciso: Sofia un po’ la si teme e ancora di più all’imminente ora della nanna (ipotetica ora della nanna). 
Sofia è stata come detto accudita, la si è preparata per cena come se si stesse andando al miglior ristorante della città, le sono stati preparati i cibi preferiti: croccante pollo arrosto e possiamo solo immaginare il profumino di quel cibo allettante che alloggia la zuppiera. Un damier bianco e rosso tradisce la tavola e così appena seduti ci si attende qualcosa.
Il papà è già pronto e incalza: 

È il gioco delle facce, avanti, sei pronta? Fai la faccia arrabbiata, la faccia furibonda! 

William Cole, Tomi Ungerer, Baruffe e facce buffe. Un libro per chi non vuole andare a dormire, Lupoguido 2022
 

La piccola Sofia non ha spazio, può solo anchilosarsi il viso sul passaggio rapido tra lo stralunato, il pesce, la faccia sciocca. Il papà è solerte e pretenzioso, ignora volutamente quell’ Adesso-tocca-a-te che Sofia ripete a ogni passaggio per rilassare le gote e riallineare le pupille. Nulla da fare, a papà stasera non là si fa, pare particolarmente furbo e esaltato. 
Dalla tavola si passa alla camera da letto, da questa al bagno per spazzolare i denti e poi a letto che sono già le 20.
Nel frattempo la rima incalza, il tono si fa cantilenante da filastrocca, la traduzione poetica di Alessandro Riccioni risuona tutta.
Così come il pendolo e la sveglia sul comodino ricordano al lettore l’ora giusta prima che si distragga e vada a letto troppo tardi, gli outfit di Sofia di quel tempo scandiscono i passaggi, le tappe obbligate di un percorso che inesorabile si ripete tutte le sere quando dal bell’abito azzurro si resta in sottoveste prima di indossare la vestaglia a margherite rosse che cela una lunga camicia da notte a enormi pois rossi: ne possiamo immaginare il morbido cotone così come il piquet e il prezioso sangallo.
La sera procede il ritmo incalza. Nei progetti di papà c’è il prendere l’infanzia per sfinimento, ubriacarla di parole per stancarla e addormentarla senza neppure che se ne accorga, stremarla per vederla capitolare docile come un agnellino. 
Sono le 21.

Poi papà la baciò e con un filo di voce “Buona notte” le disse e spense la luce.

È il più bel gioco del mondo, ma adesso deve finire. Fai la faccia da sonno, è ora di dormire!

Attorno ormai è tutto nero, il buio è fondo, le imposte si chiudono, vittoria decretata Sofia dorme, il passo che si allontana è silenzioso, non ci saranno inciampi, nessun fragore di qualcosa mentre calpestato va in briciole, le voci si abbassano in un sussurro, se non fosse per quel

Adesso tocca a te! 

che squarcia la notte e trapana i muri da stanza a stanza e anche le orecchie.
Infanzia 1 Adultità 0

William Cole, Tomi Ungerer, Baruffe e facce buffe. Un libro per chi non vuole andare a dormire, Lupoguido 2022
 

Baruffe e facce buffe
Un libro per chi non vuole andare a dormire
di William Cole e le illustrazioni di Tomi Ungerer
con la traduzione poetica di Alessandro Riccioni
LupoGuido editore, 2022
€14

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