16 Gennaio 2021

Vittoria Facchini, (ma) basta la parola?, Officina Blu edizioni, 2016


RIGATO: che ha, che presenti delle righe o rigature, disegnate,  impresse, incise, comunque risultanti

L'infanzia incontra la riga in fasce: è una riga tono su tono data dall'avvicendarsi del tessuto attorno al corpo, da quel momento non la abbandonerà più.
Tra le varie categorie umane è la prima a incontrarla e forse l'ultima a lasciarla, se mai questo può succedere. 
Per secoli marchio sociale, disegno che identificava chi la indossava come povero, malfattore, prigioniero, reietto della società, nano o informe.
La riga evidenziava e di conseguenza, marchiava, chi era dedito al gioco e chi giocava come massimo impegno nella sua giornata: il giullare e l'infanzia.

Vittoria FAcchini, (ma) basta la parola?, Officina Blu edizioni, 2016; Nikolaus Heildelbach, Kinderparadies, Beltz & Gelberg,1994; Lewis Carroll, John Tenniel, Alice attraverso lo specchio; Chris Riddell, Ottoline e la Gatta gialla, Il Castoro, 2008; Style Piccoli n° 6, novembre-dicembre 2019; JoAnne Olian, Children's Fashion 1860-1912, Dover Pubblications NY, 1994;; John Peacock, Children's Costume, Thames & Hudson, 2009


Le calze erano per lo più fatte in casa e lavorate a mano dalle donne. Nelle società rurali e nelle classi meno abbienti,  partecipavano a questo lavoro spesso comunitario, di cui beneficiavano tutti,  le bambine e anche gli uomini anziani. Le calze erano lavorate  con quello che viene tutt'oggi chiamato un gioco di 4 o 5 ferri a doppia punta che permetteva, oggi come allora, di lavorare piccole circonferenze come guanti, manopole e calze. Ferri da calza venivano detti e il lavoro a maglia è stato a lungo chiamato fare la calza, tanto questo capo di abbigliamento era importante. Copriva il piede e lo riparava dal freddo e da eventuali escoriazioni date da scarpe, o da zoccoli, troppo grandi o troppo piccole; lo riparava da sabbia, terra e sassi e in parte dall'acqua, se le scarpe erano rotte o le suole bucate. Consentivano di percorrere lunghi tratti di strada a piedi in relativo comfort. La lana era preziosa, e costosa, comprarla era a volte proibitivo e filarla dagli scarti rendeva il filo corto e pieno di nodi.  Le calze, una volta rotte, venivano disfate, la lana recuperata e rilavorata per i  più piccoli o mescolata ad altri colori ottenendo così dei rigati che moltiplicavano il quantitativo di lana da poter utilizzare, rendevano il lavoro meno monotono e rilevavano lo sporco, se rigate in bianco o in un neutro, molto prima di quelle colorate. Le calze a righe, nel gioco di illustrare l'infanzia, denotano un carattere particolarmente attivo e spericolato e sono quelle che scivolano alla caviglia molto prima delle noiosissime calze bianche traforate o del calzino per bene, corto alla caviglia.

Vittoria Facchini, (ma) basta la parola?, Officina Blu edizioni, 2016; Christian Pram-Henningsen (Danimarca, 1846-1892) Interior med fiskerdreng, 1881; AndréMarois, Gérard DuBois, Facciamo che, orecchio acerbo, 2019; Albert Samuel Anker (Svizzera 1831-1910) Der alte Feissli mit Kind auf Ofenbank, 1898; Nikolaus Heildelbach, Kinderparadies, Beltz & Gelberg,1994


Egon Leon Adolf  Schiele (1890-1918) Ritratto diEdith, 1915


Nelle società rurali ,dall'antico medioevo in avanti, ogni lembo di tessuto strappato o trovato, ogni cencio, ogni frammento di stoffa che potesse ancora sopportare l'ago senza sfibrarsi ulteriormente sino a polverizzarsi, veniva conservato e usato per rattoppare ogni sorta di indumento. La gamma cromatica di questi tessuti che come in pittura andavano a colmare i buchi della tinta unita, era varia ed assortita. Cucite una dopo l'altra queste pezzuole davano origine a composizioni cromatiche che potevano assomigliare a una riga, a una riga colorata che perturbando l'unito sottolineava povertà e usura.

Paul Klee (Svizzera, 1879 - 1940, Lieu d'élection, 1927


Pyuupiru (Tokyo 1974) Planetaria/Mercury 2001 - lana e uretano


Crhistian Jackson, The Emperor's new clothes, poste 2013; Vintage Swim


Sean Scully (Irlanda 1945 - ), Adoration, 1982


Riga, sostantivo femminile, dal longobardo rīga.
Linea immaginata per lo più diritta e più o meno sottile. Talora sinonimo di linea o di fila.
Serie di oggetti (o persone) allineati o affiancati. L’insieme degli elementi.
Righèlla, righétta, righettina, righina, righino, rigóne, rigàccia.
(da vocabolario Treccani)
(ma) basta dire...rigatissimo?

Tetsuo Aoki, xilografia su carta giapponese (Washi) a inchiostro cinese (Sumi)


Righe, sostantivo femminile - Rughe, sostantivo femminile
Rughe righe del corpo
Meltem Isik, Ankara - fotografa contemporanea, Twice into the Stream (Untitled #4), 2011


Mark Rothko (Lettonia 1903-NY 1970), White Center (Yellow, Pink and Lavander on Rose), 1950


La riga è utilizzata negli ambienti come decoro e poi, per gli stessi motivi, intorno al 1860, in pieno sviluppo industriale, applicata alla biancheria. E' una mediazione, dallo sterile bianco a un pastello che spezza la tinta ravvivando il bianco e purificando il colore per arrivare poi, nei secoli, al colore pieno. Ma laddove è necessario avere la sensazione di pulito, di fresco, di igienico l'unica alternativa al bianco è una riga delicata, tenue, che salvaguardi la salute del corpo e la morale sociale. 
Kenji Kawakami, Chindogu, 1980

Abitare lo spazio con il corpo vestito dal colore. Un corpo colorato che riga. Abitare a righe. Perturbare lo spazio, irritarlo, esasperarlo, rigandolo. Performare a righe. Aggiungere colore a un bianco. Disordinare.

Willi Dorner, Bodies in Urban Space, 2007

Rigatissimo - (ma) basta la parola? 
(con riferimento al prezioso lavoro su parola e immagine di Vittoria Facchini in (ma) basta la parola?  Cartoline dall'azzurro allo zebra mostra del 2006)

Anthony Browne (Sheffield, Regno Unito 1946)



cover: Jantina Peperkamp (The Nederlands 1968), Zebrapaardje

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